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Antonino Russo-Giusti

Ultima modifica 31 gennaio 2020

Antonino Russo-Giusti (Catania, 1876 - Belpasso, 1957), uno dei maggiori commediografi dialettali siciliani, originario di Belpasso (paese del padre), dopo il matrimonio con Rosina Di Mauro, si trasferisce a Catania dove collabora con Giovanni Grasso e Angelo Musco. Imparentato per parte materna con Nino Giusti e Guglielmo Ferro, valenti attori della filodrammatica del “Circolo Artistico” (in seguito “Brigata d’Arte”), Russo- Giusti viene nominato direttore del ripristinato Teatro Coppola, insieme al drammaturgo Giuseppe Macrì.

Importante è per lui l’incontro con Tommaso Marcellini, attore formatosi nella scuola di Nino  Martoglio, che mette in scena le sue prime commedie, ma il grande successo arriva con Angelo Musco, che nel 1930 inscena Raggi X, quindi L’eredità dello zio canonico e L’art. 1083, dai quali vengono successivamente tratti dei film. Alla fine del secondo conflitto mondiale, distrutto il teatro Coppola, Russo-Giusti si stabilisce a Belpasso dove dirige un gruppo di appassionati attori di teatro, battezzati con il nome di “Brigata d’Arte Nino Martoglio”, tutt’oggi in attività.

Ispirato indubbiamente dalle opere di Nino Martoglio e Pirandello (della quale esamina le metodologie), Russo-Giusti non considera mai il dialetto una lingua subalterna, contrassegnandolo anzi sempre come un carattere di indipendenza della fantasia, un mezzo espressivo naturale, considerato fonte di cultura e tradizione.

Russo-Giusti, appartenente al filone del cosiddetto “Naturalismo Comico”,trae ispirazione dalla vita quotidiana dei ceti popolari, dei suoi aspetti più grotteschi e paradossali, guardando il mondo e l’umanità.


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