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I Monumenti - Giro itinerante

Ultima modifica 31 gennaio 2020

Il nostro giro turistico inizia visitando per prima la Chiesa Madre, realizzata su disegno dell’architetto Bellia, nella quale è raccolta buona parte delle opere d’arte di precedenti siti che era stato possibile salvare dalla furia del vulcano e del terremoto.

 Intitolata all’Immacolata, peculiare esempio del Barocco siciliano del periodo del Vaccarini, vi si conservano alcune preziose reliquie e il venerato simulacro di Santa Lucia, patrona di Belpasso, oltre a un Crocefisso ligneo agonizzante, di fine Cinquecento, la Vara d’argento per la processione del simulacro della santa martire siracusana, alcune tele cinque- seicentesche e il grande telone - ‘a Tila - della Crocefissione, opera di Zenone Lavagna, che ricopre tutta l’abisde centrale nel periodo della Quaresima. Sulla torre campanaria si trova il campanone di Santa Lucia, realizzato nel 1815, che si colloca fra le campane più grandi d’Italia e prima della Sicilia. Pesa infatti oltre 8000 chili ed emette un suono inconfondibile, ottenuto grazie alla fusione d’oro, argento e bronzo. Usciti dalla chiesa, sull’ampia piazza dalla pavimentazione bicroma, ecco uno dei palazzi di maggior pregio di Belpasso, Palazzo Scrofani, caratterizzato da una balconata in ferro battuto e da un bel portale in pietra lavica. A circa cento metri di distanza (su via Roma), un’altra dimora aristocratica, il Palazzo dei Baroni Bufali di Santa Lucia. Lo stile di queste dimore, con i mascheroni in pietra, gli intagli, il balcone angolare, ricorda quello dell’architetto Vaccarini che tanta parte ebbe nella ricostruzione settecentesca di Catania e della sua provincia. Di fronte, in una palazzina voluta proprio da uno dei baroni Bufali, sorge il Teatro La Fenice. Al belpassese Nino Martoglio, noto commediografo, è dedicato il Teatro Comunale, una bella struttura della fine dell’Ottocento in stile neoclassico con la facciata in pietra bianca e pietra lavica. Il progetto originario è dell’architetto Giuseppe Nicotra Dovilla al quale si deve tra l’altro il disegno della facciata con i mascheroni scolpiti in pietra bianca raffiguranti le muse. Il teatro conta oltre 400 posti a sedere e ospita una fitta stagione di prosa. Sempre a Martoglio è intitolato il Giardino Pubblico, dove si trovano anche i busti dello scrittore e del commediografo Antonino Russo Giusti. Rinnovato negli anni ‘50, il giardino era denominato un tempo “piano del convento” perché qui si trova l’antico monastero dei Padri Riformati, destinato oggi, in parte, a Palazzo Comunale. La chiesa attigua, intitolata a Sant’Antonio da Padova, fa parte del complesso religioso dell’ex convento dei Frati Zoccolanti di San Francesco. A una sola navata, vi si accede dall’elegante portale in pietra lavica, tipico esempio di un finissimo barocco locale. All’interno si conservano gli affreschi della volta, eseguiti a metà Settecento da Michele Vecchio, allievo di Paolo Vasta, la palaltare di Giuseppe Zacco, un’Ultima Cena, gli arredi di fine Settecento della sacrestia (il caxiarizzo) e un prezioso ciborio ligneo, opera degli stessi frati. Fra la statuaria si segnalano i simulacri lignei dell’Immacolata e di Sant’Antonio da Padova, dalle sobrie movenze artistiche.

 Dell’originario complesso architettonico si conserva ancora oggi una parte del chiostro. Uscendo dal Giardino e percorrendo il Viale dei Pini si giunge nella caratteristica piazza Dante, a pianta rettangolare e coperta di basole laviche. Qui si ergono la Chiesa di Cristo Re e l’imponente Palazzo Lombardo. Attigue alla piazza vi sono le case natali di Nino Martoglio, riconosciuta come bene monumentale, e di Antonino Russo Giusti.       


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