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La storia

Ultima modifica 31 gennaio 2020

Una scacchiera ai piedi dell'etna
Nelle foto aeree, Belpasso presenta la forma di una scacchiera, con rette e traverse che s'intersecano in un tessuto viario unico tra i paesi del circondario. Dall'alto è incantevole ammirare le case dai tetti rossi disposti in petali sfrangiati orlati dal verde cupo dei campi. Il cono fumante dell'Etna (dal greco "Monte ardente" o "gettante fuoco" denominato dai saraceni Monte Gibel da cui Mongibello) incombe, ora pacifico ora minaccioso, sempre presente e profondamente legato alla storia di Belpasso.
 

In origine si chiamava Malpasso
Le origini del paese sono certamente antiche come testimoniato dalla presenza di aree di frequentazione in età preistorica - neolitica e della prima metà dell'era del bronzo, di resti di acquedotti e ponti di epoca romana (Valcorrente - Sciarone Castello, Masseria Pezzagrande) e medievale con resti di colonnati in pietra lavica di un castello e di un piccolo arco acuto della Chiesa S. Maria La Scala nell'omonimo monastero (eretto in contrada Diaconia in periodo normanno). La storia del periodo tra il XII ed il XIII secolo è legata a quella di Federico II D'Aragona e Eleonora D'Angiò concessagli in sposa dal padre Carlo II in cambio della propria libertà.
Federico, divenuto re di Sicilia nel 1296, era solito viaggiare tra Paternò e Malpasso e a soggiornare spesso in quest'ultimo territorio. Alla morte di Federico, Eleonora D'Angiò assieme ad alcune amiche si trasferì definitivamente in una casa di Malpasso (i cui resti sono tuttora esistenti) immersa nel quartiere Guardia, a poche centinaia di metri dal monastero dei benedettini di S. Nicolò l'Arena, ove morì nel 1343. A Malpasso, pertanto, Eleonora rimase legata per la tranquillità del sito, la salubrità del clima e l'amenità di quei boschi che favorivano la preghiera e la contemplazione. Le notizie risalenti a quest'epoca, sono quasi riferite a vicende di vita quotidiana intrisa a volte di suggestioni e credenze popolari, dato che l'intensa attività del vulcano nel corso dei secoli non ha certamente contribuito ad aiutare nella non semplice ricostruzione delle vicende legate ai popoli della zona.
Certo è che Belpasso assieme a Paternò, fin dai tempi più antichi, costituiva una realtà sociale ben coesa. Nel 1456 Guglielmo Raimondo Moncada, conte di Adornò, comprò dal re Alfonso re di'Aragona lo stato di Paternò e Malpasso. La convivenza tra i due Stati, però, fu alquanto problematica e segnata da continue liti tra i sudditi del Feudo di Paternò.
Dopo alcune richieste a seguito di richiesta di indipendenza degli abitanti di Malpasso, il Duca di Montalto e Principe di Paternò Don Luigi Guglielmo Moncada con atto pubblico del 5 luglio 1636 decise di dividere il territorio, assegnando alla Università di Malpasso una parte del territorio per una giurisdizione autonoma.

Tra l'eruzione e il terremoto, fenicia moncada

Erano trascorsi appena trent'anni dall'autonomia, allorché gli abitanti di Malpasso (da malipassus, passo del melo) furono provati da una tremenda sciagura: l'eruzione dell'Etna. Il 7 marzo 1669 il fuoco del vulcano seminò il panico tra gli abitanti che si videro costretti e ricostruire altrove. E la ricostruzione fu avviata lo stesso anno in contrada Carmena, vicino Valcorrente, a sei chilometri dal luogo sepolto dalla lava. Il nuovo sito fu chiamato Fenicia Moncada.
Un gruppo di famiglie della distrutta Malpasso s'insediò invece nel quartiere La Guardia creando il sito di Stella Aragona. Nel 1693 un violento terremoto distrusse Fenicia Moncada.

After about thirty years of autonomy, the inhabitants of Malpasso were the victims of a terrible event: the eruption of Mount Etna. Starting on March 7th 1669, the fire of the volcano spread panic among the inhabitants, who were forced to rebuild elsewhere. Reconstruction started in the same year in the area of Carmena, near Valcorrente, several kilometres downhill. The new site was called Fenicia Moncada.

A group of families from the La Guardia district of Malpasso instead created the site of Stella Aragona. In

1693, a violent earthquake destroyed Fenicia Moncada.

Nasce Belpasso

La ricostruzione fu avviata in località più vicino al sito di Stella Aragona in zona San Nicola a nord del piano Garofalo. Il nuovo sito venne chiamato con il toponimo augurale di 'Belpasso', terra di pertinenza del Duca di Montalto.
L'incarico di predisporre l'assetto urbano venne affidato a mastro Michele Cazzetta.
Nel 1693 iniziarono i lavori rispettando il tracciato a scacchiera predisposto dal Cazzetta fino ad una certa altezza del territorio, ricollegandosi, poi, tramite l'attuale via Vittorio Emanuele, con il quartiere Stella Aragona.
Il tracciato regolare a reticolo di strade che s'incrociano ad angoli retti, è il cuore dell'attuale centro di Belpasso con le sue strade che si chiamano tutte rette e traverse. Solo la principale via Roma fa eccezione in questa funzionale toponomastica, insieme alle piazze Umberto e Duomo.


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